Undici metri
di Ben Lyttleton
Genere
Cucina, manuali e variaCollana
TEA VariaNumero di pagine
400Formato
Brossura fresata con aletteEan
9788850237852COME SI SEGNA DAGLI UNDICI METRI?
Non dovrebbe essere difficile. In fin dei conti si tratta soltanto di calciare un pallone in una porta alta 2,5 metri e larga 7,3, con una sola persona che può fermarlo. Ma come ben si sa, niente, nella storia del calcio, ha prodotto tanta ansia, gioia e disperazione quanto i calci di rigore.
In questo libro pieno di informazioni e allo stesso tempo avvincente, il giornalista sportivo Ben Lyttleton ci racconta la storia completa di questo fatto sportivo che non ha paragoni in nessun'altra disciplina. Ce ne spiega gli aspetti tecnici, ce ne svela i segreti statistici, balistici e psicologici, ma soprattutto ci racconta le storie – appassionanti, drammatiche, leggendarie – di tutti gli uomini (e donne) il cui nome è rimasto legato in qualche modo ai calci di rigore. Numeri 10, portieri e riserve; allenatori, ricercatori di laboratorio e psicologi; tabelle, elenchi e ricette segrete; rigori alzati sopra la traversa, annullati e «cucchiai»; eroi di un giorno, campioni del mondo e maledizioni di una vita. Un intero sorprendente universo si apre al lettore di queste pagine, che sembra sottese alla domanda (calcistica) più vecchia del mondo: come si segna dagli undici metri?
«Con mia immensa gioia ho scoperto che, nonostante la loro intrinseca crudeltà, tutti amano i calci di rigore. Ogni giocatore e ogni tifoso hanno una storia da raccontare: ricordano i migliori e i peggiori, così come i più clamorosi a essere o meno stati fischiati. Siamo onesti, una volta o l’altra tutti abbiamo guardato i supplementari di una partita sperando che la situazione di pareggio durasse sino a darci la possibilità di godere del dramma dei tiri dal dischetto. Il rigore è calcio nella sua forma più pura: calciatore, portiere e palla. Nient’altro. Una prova di tecnica e nervi. È l’essenza stessa del gioco, l’elemento primario. E anche da un punto di vista così scarno, è tutt’altro che semplice.»