Cara famiglia, ti scrivo
di Fulvio Fiori
Genere
Cucina, manuali e variaCollana
TEA VariaNumero di pagine
304Formato
Brossura fresata con aletteEan
9788850250905Attraverso esercizi di scrittura istintiva e creativa e visualizzazioni guidate, Fulvio Fiori ci aiuta a scavare nel nostro passato famigliare, per vivere meglio e curare le nostre ferite
La storia del mondo ci insegna che gli esseri umani, per comprendere e accettare i chiaroscuri della propria famiglia, hanno sempre avuto bisogno di raccontarla, nel bene e nel male. Il motivo è che, dentro di noi, sappiamo che la famiglia è a un tempo il miele e il fiele della nostra esistenza. Molti pensano che lo sia finché viviamo nella casa paterna, soggiogati dalle sue regole. Ma spesso lo è anche dopo, quando, da adulti, non facciamo che replicare i «codici affettivi, morali e di comportamento» appresi da piccoli. Questi codici non sono altro che un’eredità che trova modi sorprendentemente vivi e creativi per tramandarsi di generazione in generazione, condizionando il destino di ogni individuo, finché «il conto di famiglia» non sarà saldato. In questo libro, ideale conclusione del percorso intrapreso con i precedenti Curarsi con la scrittura e Le parole che fanno bene, Fulvio Fiori ci invita a raccontare la nostra famiglia, attraverso un viaggio di parole scritte, di narrazioni della memoria via via più profonde, che ci sveleranno quanto la nostra famiglia possa raccontare di noi. L’obiettivo è molteplice: riconoscere e celebrare il bene che ci è stato dato; accogliere e trasformare il male che abbiamo ricevuto; guarire, se ce n’è bisogno, le ferite ancora aperte.
«Il nostro viaggio comincia col rifare qualcosa che probabilmente hai fatto con gioia da bambino: salire su un albero. Nel nostro caso, è un albero metaforico, eppure tangibile e concreto: l’albero genealogico della tua famiglia. Ebbene sì, giocheremo a Cosimo Piovasco di Rondò, il meraviglioso protagonista del Barone rampante di Italo Calvino: un giorno il ragazzo litigò con il padre perché non voleva mangiare una zuppa di molluschi, salì sugli alberi nel giardino di casa e non ne scese mai più. Tu, invece, potrai scendere dall’albero della tua famiglia ogni volta che chiuderai questo libro, con l’augurio che all’ultima pagina, quella della discesa finale, avrai più coscienza dei tuoi eventi famigliari, più empatia verso chi ha sofferto e più compassione verso chi ha fatto danni. Te incluso.»