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Una buona madre

Collana
TEA HIT
Numero di pagine
352
Formato
Brossura fresata con alette
Traduttore
Ada Arduini
Su licenza di
Guanda
Ean
9788850268214

Un appuntamento tra due donne in un caffè di Dublino, che segnerà per sempre il loro futuro. Tess non ha idea di chi sia Maeve, questa donna che l’ha cercata dicendole di avere informazioni importanti su uno dei suoi figli, Luke, quello scapestrato, quello che a tutti i costi deve distruggere la serenità dei genitori e del fratello Aengus, spesso costretto suo malgrado a coprirlo. Che cosa avrà fatto questa volta Luke? Ma se veramente Maeve è una sconosciuta, perché Tess ha la vaga impressione di averla già vista?
Dall’incontro tra Tess e Maeve si dipanano le storie delle loro famiglie, che si scopriranno legate in un intreccio indissolubile. Tess è cresciuta in una famiglia numerosa nell’Irlanda degli anni Settanta, troppe responsabilità hanno gravato precocemente sulle sue spalle perché avesse voglia di diventare madre a sua volta, e ha faticato a calarsi in quel ruolo. Invece Maeve è rimasta incinta troppo presto, ha rischiato di vedersi sottrarre sua figlia, e solo il coraggio di una zia che aveva subito quel feroce destino è riuscito a salvarla da un istituto per ragazze madri molto simile a una prigione. Tess e Maeve sono due facce della maternità in un’Irlanda che, attraverso le generazioni, sembra negare alle donne la possibilità di scegliere.
Un filo sottile lega le protagoniste di questo romanzo corale – e le loro madri, e i loro figli –, un filo simile a quello delle coperte patchwork che una di loro realizza, metafora dell’inesauribile capacità femminile di tessere, creare, rammendare e rinnovare sentimenti e relazioni.

Gli atteggiamenti radicati nei confronti della maternità richiedono molto tempo per cambiare. C'è la maternità come imperativo biologico e c'è la maternità come costrutto sociale. Navigare in un ambito così impegnativo è il fulcro di questo mio romanzo.

 

Appassionante, elegante, necessaria, autentica: la scrittura di Catherine Dunne è tutto questo e molto di più.

DAL LIBRO

... continuavo a pensare a quell'esercito segreto di donne. Tutte loro – tutte noi – in tutta l'Irlanda. Madri di bambini perduti.

Qui i gradi di separazione non significano nulla: zia, madre, prozia, matrigna. I loro sono legami d'amore. Sono state cucite insieme, con dei punti pensati per non essere disfatti, mai.

Le strade familiari mi ricordavano quante volte le avevo percorse, spinta dalla speranza di farcela. Di prendermi cura di mio figlio da sola. Di diventare una buona madre.

Questo non è un paese che perdona. Non perdona i cosiddetti 'figli illegittimi' e certamente non le 'donne perdute'.

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