La regola delle ombre
di Giulio Leoni
Solo una mente eccelsa può decifrare il libro segreto di Leon Battista Alberti. Solo una mente oscura può affrontare il rito per tornare dal regno dei morti
Un incendio illumina la sera di Firenze, devastando la prima stamperia a caratteri mobili della città. Con la vita del tipografo, le fiamme cancellano anche l’opera promessa a Lorenzo de’ Medici: un libro segreto, impresso con il «carattere perfetto». Accorsi sul posto, il Magnifico e l’amico Pico della Mirandola si rendono conto che non si tratta di un incidente ma di un delitto; a complicare il quadro, l’apparizione nei paraggi di una donna misteriosa che sembra essere la bellissima Simonetta Vespucci, morta anni prima nel fiore dell’età.
Pico si chiede se l’opera distrutta non sia l’oscura Regola delle ombre, l’antichissimo rituale che dischiude i cancelli del sepolcro. Un manoscritto passato per le mani di Leon Battista Alberti e scomparso dopo la sua morte. C’è un solo modo per scoprirlo: indagare a Roma sulle tracce lasciate dal grande architetto. Pico parte quindi per la città eterna deciso a trovare una spiegazione razionale a delitti e apparizioni. Ma nella Roma di Sisto IV e di Rodrigo Borgia, dove gli intrighi si mescolano al rigore della Santa Inquisizione, la sua fiducia nella forza della ragione vacilla...
Giulio Leoni svela a poco a poco ai suoi lettori il volto oscuro e sinistro della Roma rinascimentale, un’incredibile danza macabra di maghi e cabalisti, di innovatori e seguaci di antiche dottrine, di grandissimi artisti e fattucchiere, che volteggia tra le sue rovine.
«Uno di loro scagliò la torcia sulla massa di fogli ammonticchiati in un angolo. Per un attimo la stanza precipitò nelle tenebre, ma subito le fiamme ripresero vigore, sollevandosi in lingue sempre più alte. In mano, l’uomo stringeva un codice. Ne carezzò le pagine con le dita, esitando, poi lo lanciò nel fuoco. “Va’ all’inferno, dove saresti dovuto restare!” mormorò tra sé.»