I garbati maneggi delle signorine Devoto
di Renzo Bistolfi
Altre edizioni
Un romanzo fine e «garbato» come le sue inimitabili protagoniste
Nella Via Privata Vassallo, a Sestri Ponente, il tempo passa lentamente, le tradizioni si rispettano e il clamore del mondo arriva attutito. Regine di questo regno, chiunque vi abiti lo sa, sono le signorine Devoto: Santa, Mariannin e Siria, uguali eppur diverse, e convinte che il genere umano si divida in due: le persone per bene, rispettabili, cristiane e all’antica, e quelle poco raccomandabili, cioè tutte le altre. Miti e riservate, saranno proprio loro, tuttavia, a scendere in campo per prime e con insospettabile decisione quando la tranquillità e il buon nome del loro mondo verranno minacciati. Qualcuno infatti ha messo gli occhi sulle belle proprietà della Via Privata Vassallo, qualcuno pronto anche al crimine pur di ottenere ciò che vuole.
Il romanzo di Renzo Bistolfi è una fotografia degli anni Cinquanta, velata di amabile nostalgia per un luogo e un tempo ormai scomparsi, e per un piccola folla di personaggi di straordinaria umanità.
«Sestri è il luogo della mia infanzia, della mia adolescenza, la stazione di partenza verso la vita adulta. A ventisette anni me ne sono andato, sono approdato alla grande metropoli, la Milano da bere degli anni Ottanta, dove ho lavorato e vissuto, ma non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi legava a Genova, a Sestri, alle mie origini. […]
I miei racconti sono appunto piantati in quel periodo, in quella Sestri, come l’accetta in un ceppo. Essi fanno rivivere, parlare, agire, certi personaggi genuini che hanno costellato la mia infanzia, la mia adolescenza, e mi sono rimasti nell’anima. Nessuno di questi personaggi se ne avrà a male se ho preso a prestito le loro figure, i loro caratteri, le loro voci, perché nessuno di loro, neppure uno, è più di questo mondo. Gente austera, schiva e di poche parole, poco incline a dar spettacolo di sé, a inseguire mode fatue ed evanescenti. Eppure se potessero leggere le mie pagine, ne sono sicuro, riconoscendosi, avrebbero tanta saggezza e tanta ironia da riderne di cuore. È a tutti loro, alla loro schiettezza, ai loro principi, alla mia Sestri, che rivolgo la riconoscenza più profonda e il ringraziamento più sincero.»
Renzo Bistolfi